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tour.name = Virtual Tour - Museo delle Mura
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Museo delle Mura
La storia
Sull’asse della via Appia, la Regina Viarum, si apre l’omonima Porta, che, più volte trasformata attraverso i secoli, è giunta a noi nel suo grandioso aspetto.
In origine la Porta Appia, rivestita da lastre di travertino, era costituita da due archi gemelli sovrastati da un attico, nel quale si aprivano cinque finestre ad arco, e da una terrazza merlata. Ai lati del duplice passaggio, due torri semicircolari in laterizio ospitavano le scale per l’accesso ai piani superiori.
La sua prima importante trasformazione è dovuta all’intervento dell’imperatore Onorio, all’inizio del V secolo. Furono costruite nuove torri circolari, più alte, che inglobarono le originarie torri semicircolari, e fu realizzata una controporta interna, costituita da due bracci di muro e da fornici gemelli allineati a quelli esterni. Lo spazio così delimitato venne utilizzato non solo per operazioni militari, ma anche per le attività legate al traffico commerciale. Probabilmente nello stesso momento i due archi di ingresso furono ridotti a uno solo e furono costruiti imponenti bastioni che inglobarono e rinforzarono la parte inferiore delle torri; per queste trasformazioni si utilizzarono blocchi di marmo. Il primo piano dell’attico divenne camera di manovra; attraverso mensole di travertino forate, che ancora si conservano, scorrevano le corde, che, con il sistema della carrucola, consentivano di calare e sollevare la saracinesca per aprire e chiudere la Porta. Questa era provvista anche di un grande portone del quale sono ancora visibili i cardini.
Infine, in un momento imprecisato, le torri e l’attico che sovrasta l’ingresso furono rialzati di un piano. Nel corso del medioevo la Porta prese il nome di S. Sebastiano, in ricordo del martire sepolto nella catacomba esistente lungo la via Appia, fuori le mura.
Sullo stipite interno del passaggio è incisa in caratteri gotici un’iscrizione che ricorda il combattimento che vide fronteggiarsi da una parte le milizie romane ghibelline dei Colonna, guidate da Giacomo de’ Pontani (o Ponziano), dall’altra l’esercito guelfo del re di Napoli Roberto d'Angiò, comandato da Giovanni e Gaetano Orsini. Lo scontro avvenne il 29 settembre del 1327, nel giorno dell’Arcangelo Michele, che è rappresentato sopra l’iscrizione raffigurato nell’atto di uccidere il drago. Il testo ricorda l’insperata vittoria ghibellina e, dunque, della salvezza dal dominio straniero: “L’anno 1327, indizione XI, nel mese di settembre, il penultimo giorno, festa di S. Michele, entrò gente straniera in città e fu sconfitta dal popolo romano, essendo Jacopo de’ Ponziani capo del rione”.
Nel 1536 Porta S. Sebastiano vide l’ingresso in città dell’imperatore Carlo V di ritorno dalla vittoriosa campagna militare condotta contro le truppe dell’impero ottomano per la conquista di Tunisi (1535). Il corteo imperiale, proveniente da Napoli lungo la via Appia, entrò in città dalla Porta S. Sebastiano per dirigersi in Vaticano, dove era atteso dal papa Paolo III. Per rendere onore all’imperatore venne tracciato un percorso trionfale lungo il quale le strade vennero sistemate e rettificate, mentre alcuni edifici fatiscenti vennero demoliti. Si ricorse anche ad allestimenti provvisori, vere e proprie architetture effimere che facessero da cornice al fastoso corteo.
I lavori vennero affidati dal Pontefice all’architetto Antonio da Sangallo, che li portò a termine con la collaborazione di altri artisti. Un suo studio a penna su carta conservato agli Uffizi mostra quale fosse la decorazione proposta per Porta S. Sebastiano., La Porta fu trasformata in un arco trionfale, decorata con pitture a fresco celebranti la storia di Roma e ornata con festoni e decorazioni floreali; ai lati dell’ingresso furono poste due sculture rappresentanti Cristo e S. Pietro. Di questa imponente decorazione si conservano solo i ganci in metallo utilizzati per sorreggere i festoni e le altre decorazioni, posti sotto la cornice dei rivestimenti marmorei delle torri.
All’interno di Porta S. Sebastiano è ospitato il Museo delle Mura; plastici ricostruttivi e pannelli didattici illustrano la storia delle Mura di Roma. Dalla terrazza, che sovrasta una delle due torri, si può godere di una magnifica vista. È, inoltre, possibile accedere al cammino di ronda coperto, un suggestivo percorso scandito da una torre ogni 30 metri.
INFO
Museo delle Mura
Via di Porta San Sebastiano, 18 - 00154 Roma
Per informazioni consultare il sito www.museodellemuraroma.it o contattare il numero 060608 (tutti i giorni dalle 9.00 alle 19.00).
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LOREM IPSUM
DOLOR SIT AMET
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jhondoe@realestate.com
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La storia
Sull’asse della via Appia, la Regina Viarum, si apre l’omonima Porta, che, più volte trasformata attraverso i secoli, è giunta a noi nel suo grandioso aspetto.
In origine la Porta Appia, rivestita da lastre di travertino, era costituita da due archi gemelli sovrastati da un attico, nel quale si aprivano cinque finestre ad arco, e da una terrazza merlata. Ai lati del duplice passaggio, due torri semicircolari in laterizio ospitavano le scale per l’accesso ai piani superiori.
La sua prima importante trasformazione è dovuta all’intervento dell’imperatore Onorio, all’inizio del V secolo. Furono costruite nuove torri circolari, più alte, che inglobarono le originarie torri semicircolari, e fu realizzata una controporta interna, costituita da due bracci di muro e da fornici gemelli allineati a quelli esterni. Lo spazio così delimitato venne utilizzato non solo per operazioni militari, ma anche per le attività legate al traffico commerciale. Probabilmente nello stesso momento i due archi di ingresso furono ridotti a uno solo e furono costruiti imponenti bastioni che inglobarono e rinforzarono la parte inferiore delle torri; per queste trasformazioni si utilizzarono blocchi di marmo. Il primo piano dell’attico divenne camera di manovra; attraverso mensole di travertino forate, che ancora si conservano, scorrevano le corde, che, con il sistema della carrucola, consentivano di calare e sollevare la saracinesca per aprire e chiudere la Porta. Questa era provvista anche di un grande portone del quale sono ancora visibili i cardini.
Infine, in un momento imprecisato, le torri e l’attico che sovrasta l’ingresso furono rialzati di un piano. Nel corso del medioevo la Porta prese il nome di S. Sebastiano, in ricordo del martire sepolto nella catacomba esistente lungo la via Appia, fuori le mura.
Sullo stipite interno del passaggio è incisa in caratteri gotici un’iscrizione che ricorda il combattimento che vide fronteggiarsi da una parte le milizie romane ghibelline dei Colonna, guidate da Giacomo de’ Pontani (o Ponziano), dall’altra l’esercito guelfo del re di Napoli Roberto d'Angiò, comandato da Giovanni e Gaetano Orsini. Lo scontro avvenne il 29 settembre del 1327, nel giorno dell’Arcangelo Michele, che è rappresentato sopra l’iscrizione raffigurato nell’atto di uccidere il drago. Il testo ricorda l’insperata vittoria ghibellina e, dunque, della salvezza dal dominio straniero: “L’anno 1327, indizione XI, nel mese di settembre, il penultimo giorno, festa di S. Michele, entrò gente straniera in città e fu sconfitta dal popolo romano, essendo Jacopo de’ Ponziani capo del rione”.
Nel 1536 Porta S. Sebastiano vide l’ingresso in città dell’imperatore Carlo V di ritorno dalla vittoriosa campagna militare condotta contro le truppe dell’impero ottomano per la conquista di Tunisi (1535). Il corteo imperiale, proveniente da Napoli lungo la via Appia, entrò in città dalla Porta S. Sebastiano per dirigersi in Vaticano, dove era atteso dal papa Paolo III. Per rendere onore all’imperatore venne tracciato un percorso trionfale lungo il quale le strade vennero sistemate e rettificate, mentre alcuni edifici fatiscenti vennero demoliti. Si ricorse anche ad allestimenti provvisori, vere e proprie architetture effimere che facessero da cornice al fastoso corteo.
I lavori vennero affidati dal Pontefice all’architetto Antonio da Sangallo, che li portò a termine con la collaborazione di altri artisti. Un suo studio a penna su carta conservato agli Uffizi mostra quale fosse la decorazione proposta per Porta S. Sebastiano., La Porta fu trasformata in un arco trionfale, decorata con pitture a fresco celebranti la storia di Roma e ornata con festoni e decorazioni floreali; ai lati dell’ingresso furono poste due sculture rappresentanti Cristo e S. Pietro. Di questa imponente decorazione si conservano solo i ganci in metallo utilizzati per sorreggere i festoni e le altre decorazioni, posti sotto la cornice dei rivestimenti marmorei delle torri.
All’interno di Porta S. Sebastiano è ospitato il Museo delle Mura; plastici ricostruttivi e pannelli didattici illustrano la storia delle Mura di Roma. Dalla terrazza, che sovrasta una delle due torri, si può godere di una magnifica vista. È, inoltre, possibile accedere al cammino di ronda coperto, un suggestivo percorso scandito da una torre ogni 30 metri.
INFO
Museo delle Mura
Via di Porta San Sebastiano, 18 - 00154 Roma
Per informazioni consultare il sito www.museodellemuraroma.it o contattare il numero 060608 (tutti i giorni dalle 9.00 alle 19.00).
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Label_95A465E2_6740_32E6_41A8_A56001DE4C33_mobile.text = Sala dei plastici
Label_96B9D444_6740_3122_41B8_BF5BD0902600_mobile.text = Cammino di ronda (a)
Label_97B4BD96_6740_132E_41CD_17AAA2DA2215_mobile.text = Piccoli ambienti - 3° Piano
Label_993EB8D3_6740_3126_419B_1F884773D1BA_mobile.text = Sala del mosaico e della saracinesca (a)
Label_9C74A7C7_6740_1F2E_41C2_8E87FAF01BF9_mobile.text = Cammino di ronda (c)
Label_9CC2C9E2_6740_12E6_41CD_BC5CE864A158_mobile.text = Terrazza
Label_9E521A44_6740_1122_41C2_3410D6139C37_mobile.text = Piccoli ambienti - 2° Piano
Label_CF9A7749_D0B0_FD74_41DE_2245E624AE82.text = Sala laboratori didattici - Vista aerea
Label_F075F2E4_D0B0_B73C_41E1_300D0EF6D470.text = Sala espositiva mostre temporanee - Vista aerea
Label_F0C48E64_D0B0_6F3C_41D4_EFEAAF502A25.text = Esterno
Label_F0E6D9A1_D0B3_D534_41D5_F630B8FD03E2.text = Sala del mosaico e della saracinesca - Vista aerea
Label_F12B08F6_D0B1_D31C_41DB_011BA9685A6C_mobile.text = Sala espositiva - Vista aerea
Label_F1558DB5_D0B0_ED1C_41E9_8AD9AA60196F_mobile.text = Sala del mosaico - Vista Aerea
Label_F1FEAD80_D0B0_6DF4_41C4_5AF84CED1DA4_mobile.text = Sala espositiva mostre temporanee
Label_F2C82684_D0B0_5FFC_41DB_6C71D7C51899_mobile.text = Esterno
Label_F2CECBA0_D0B0_D534_41E7_3A8B25C8FE9B_mobile.text = Sala laboratori didattici - Vista aerea
Label_F3791CE7_D0B0_533C_41DC_D6AD47F7B9CF.text = Sala del mosaico - Vista aerea
Label_F696A7AC_CE31_FBCA_418F_42C35B9B7F7A_mobile.text = Cammino di ronda (a)
Label_FAEA9DD3_CE11_CF5E_41D4_9E4B4884C31D.text = Sala Macchine (b)
### Tab Panel
TabPanelPage_C7B5A13C_E650_62C0_415F_A3AF00ADFCC4.label = Palazzo Nuovo
TabPanelPage_C7B63132_E650_62C1_41D5_1556A62234D4.label = Pinacoteca Capitolina
TabPanelPage_C7B64139_E650_62C0_41EB_80CE205B72CF.label = Galleria Lapidaria/Tabularium
TabPanelPage_C7BDB126_E650_62C0_41E9_8955FA36CA7F.label = Palazzo dei Conservatori
TabPanelPage_D1686D6A_E650_9D40_41CD_31D614BAB403.label = Palazzo Nuovo
TabPanelPage_D1688D6A_E650_9D40_41E9_13A48FA1B118.label = Palazzo dei Conservatori
TabPanelPage_D1FB3348_E24A_4DB6_41B5_C288BDE492F2.label = Galleria Lapidaria/Tabularium
TabPanelPage_D1FB4348_E24A_4DB6_41E6_10CAF09CAE3B.label = Palazzo dei Conservatori
TabPanelPage_D1FB6348_E24A_4DB6_41C0_CFD00DF4B5FB.label = Pinacoteca Capitolina
TabPanelPage_DFBADF01_E3CE_75B6_41E0_11C1124BAE68.label = Palazzo Nuovo
## Media
### Title
album_983E6054_D5DE_A7B0_41E6_174B48C1979E.label = Photo Album Museo delle Mura-01
album_983E6054_D5DE_A7B0_41E6_174B48C1979E_0.label = Museo delle Mura-01
album_983E6054_D5DE_A7B0_41E6_174B48C1979E_1.label = Museo delle Mura-02
album_983E6054_D5DE_A7B0_41E6_174B48C1979E_11.label = Museo delle Mura-12
album_983E6054_D5DE_A7B0_41E6_174B48C1979E_13.label = Museo delle Mura-13
album_983E6054_D5DE_A7B0_41E6_174B48C1979E_14.label = Museo delle Mura-14
album_983E6054_D5DE_A7B0_41E6_174B48C1979E_16.label = Museo delle Mura-16
album_983E6054_D5DE_A7B0_41E6_174B48C1979E_17.label = Museo delle Mura-17
album_983E6054_D5DE_A7B0_41E6_174B48C1979E_18.label = Museo delle Mura-18
album_983E6054_D5DE_A7B0_41E6_174B48C1979E_2.label = Museo delle Mura-03
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album_983E6054_D5DE_A7B0_41E6_174B48C1979E_21.label = Museo delle Mura-21
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album_983E6054_D5DE_A7B0_41E6_174B48C1979E_24.label = Museo delle Mura-24
album_983E6054_D5DE_A7B0_41E6_174B48C1979E_25.label = Museo delle Mura-25
album_983E6054_D5DE_A7B0_41E6_174B48C1979E_26.label = Museo delle Mura-26
album_983E6054_D5DE_A7B0_41E6_174B48C1979E_27.label = Museo delle Mura-27
album_983E6054_D5DE_A7B0_41E6_174B48C1979E_28.label = Museo delle Mura-28
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album_983E6054_D5DE_A7B0_41E6_174B48C1979E_3.label = Museo delle Mura-04
album_983E6054_D5DE_A7B0_41E6_174B48C1979E_31.label = Museo delle Mura-31
album_983E6054_D5DE_A7B0_41E6_174B48C1979E_32.label = Museo delle Mura-32
album_983E6054_D5DE_A7B0_41E6_174B48C1979E_4.label = Museo delle Mura-05
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album_983E6054_D5DE_A7B0_41E6_174B48C1979E_6.label = Museo delle Mura-07
album_983E6054_D5DE_A7B0_41E6_174B48C1979E_7.label = Museo delle Mura-08
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album_983E6054_D5DE_A7B0_41E6_174B48C1979E_9.label = Museo delle Mura-10
map_F1B5C9C9_D551_B890_41D3_096933C08991.label = Secondo-piano
map_F769CE40_D54F_BB90_41E0_910FF5DB89F5.label = terzo-terrazza-piano
map_F7E7B509_D556_A990_41AB_CAF786ACF218.label = Piano-terra
map_F7F91F16_D556_59B0_41E5_42ABBAB406ED.label = Primo-piano
panorama_283C3162_38FE_1D6A_41B7_EBC0376D52AC.label = Piccoli ambientti - 2° Piano
panorama_283C460F_38FE_06BA_41C9_0110E227BF21.label = Piccoli ambienti - 3° Piano
panorama_283CAC0D_38FE_0ABE_41C4_5C267D6BE79E.label = Cammino di ronda (a)
panorama_283CC23D_38FE_7EDE_41B6_DEEDF9C2B016.label = Cammino di ronda (c)
panorama_283CD2BB_38FE_3FDA_41C1_2154355B7594.label = Sala dei plastici
panorama_283CEDFD_38FE_055E_41C3_7F18C5C044CF.label = Sala del mosaico circolare
panorama_2BCA2D6B_38FE_057A_4171_0B74A6096F80.label = Torre
panorama_2FFEBF7F_3932_055A_41C7_D7696DFDA25E.label = Terrazza
panorama_C0219B21_D56D_9A4F_41E4_EA8271F86355.label = intro
panorama_C05A9C26_D562_9E55_41E5_6850ECAB5333.label = Sala espositiva mostre temporanee - Vista aerea
panorama_C751FCFC_D0F0_730C_41D3_643FC72A638E.label = Mosaico rettangolare - Vista aerea
panorama_CAFCF4D0_D5A3_8FCD_41E0_E0CF8AC6BD85.label = Sala laboratori didattici - Vista aerea
panorama_D552855C_D84E_A384_41A2_F421D7560F2E.label = Esterno
panorama_F0388D9D_D5A3_9E77_41E1_D0A3D53A6B72.label = Sala laboratori didattici
panorama_F0C84954_D5A3_86F5_41BC_6C8E08E23EE2.label = Vista Aerea
panorama_F1B02F07_D5BF_9A53_41E9_AF25D3936F2C.label = Sala del mosaico e della saracinesca (b)
panorama_F2496F72_D5A2_7ACD_41DC_D8AB8347A1F7.label = Sala del mosaico e della saracinesca (a)
panorama_F34CA595_D5AE_8E77_41BF_DC4E8DA83B58.label = Corridoio 2° Piano
panorama_F3E06BDD_D5A6_79F7_41DF_5BA4DBF49E3A.label = Sala espositiva mostre temporanee
panorama_F3FB28D1_D5A6_87CF_41CA_94D793B666DB.label = Cammino di ronda (b)
panorama_FC12896F_D8CD_E384_41B1_6FBC9154713D.label = Mosaico circolare - Vista aerea
photo_DADD99D2_CE11_D75E_41BD_3D3DAC1128B9.label = Museo delle Mura-24
photo_DADD9D7A_CE11_CF4E_41C8_E39A279A6517.label = Museo delle Mura-26
photo_DADDA5C7_CE11_DF46_41E4_F34401532647.label = Museo delle Mura-22
photo_DADDB174_CE11_D75A_41D2_B06AAEE93911.label = Museo delle Mura-20
photo_DADDCA32_CE11_B4DE_41CB_1A9EEB113BAE.label = Museo delle Mura-32
photo_DADDD1CF_CE11_B746_41E9_7349F674C075.label = Museo delle Mura-28
photo_DADDD639_CE11_BCCA_41CE_09B123C54629.label = Museo delle Mura-30
photo_DADE0036_CE11_D4C6_41CC_ECFD5FE38C2E.label = Museo delle Mura-03
photo_DADE0414_CE11_FCDA_41DA_D1E7BF199983.label = Museo delle Mura-13
photo_DADE077D_CE11_DB4A_41E7_214026A19C18.label = Museo delle Mura-07
photo_DADE0810_CE11_F4DA_4199_F8F155CAE12E.label = Museo delle Mura-15
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photo_DADE0FC7_CE11_CB46_41BA_3EC908F2DF4B.label = Museo delle Mura-11
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photo_DADE23E2_CE11_BB7E_41B1_0FA4EEC78BB6.label = Museo delle Mura-29
photo_DADE2DC9_CE11_CF4A_41C1_0F9F08C58D55.label = Museo delle Mura-10
photo_DADE33E5_CE11_DB7A_41D9_51216AE28F07.label = Museo delle Mura-05
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photo_DADE422A_CE11_F4CE_41DA_0D5CDEC01732.label = Museo delle Mura-12
photo_DADE4DA1_CE11_CFFA_41E5_FF01A2018BA7.label = Museo delle Mura-18
photo_DADE5207_CE11_D4C6_41A1_F52EB140A22E.label = Museo delle Mura-04
photo_DADE55BB_CE11_DFCE_41CC_298E12254383.label = Museo delle Mura-06
photo_DADE57F0_CE11_DB5A_41E5_2E4CA697CBF8.label = Museo delle Mura-23
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photo_DADE6BDC_CE11_CB4A_41D3_DCE8308F6898.label = Museo delle Mura-17
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photo_DE8F9046_CE13_5546_41E0_E211A4CBE73B.label = Museo delle Mura-14
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photo_FAA622EB_D8D7_E68C_41C1_54B935D4D59D.label = angelo
video_0A945617_1BE6_5A9B_419E_8EEC9192F585.label = camminamento-handbrake
video_0AA0365F_1BEE_5A8B_41A2_20F55FD1F326.label = vista terrazza-handbrake
video_CA3461B9_D8B1_DA46_41E0_CF63A2FC4B8D.label = camminamento
video_CAD7DA4A_D8B3_CEDA_41DE_B3A3A1E96B48.label = vista terrazza
video_CC012A6C_D875_A184_41B8_C0138E63BB2A.label = Museo delle Mura
video_D6F25CDB_D85E_E28C_4190_66B23EC37820.label = Museo delle Mura MUTO
## Popup
### Body
htmlText_C0FA3F22_D091_AD34_41D4_BDE7786927C7.html = La Porta Appia
La Porta Appia si apre, in corrispondenza della via omonima, nella cinta di Mura costruita a difesa della città dall’imperatore Aureliano tra il 270 e il 275 d.C. Questo suggestivo monumento è, nel suo aspetto attuale, il risultato di numerosi interventi realizzati nel corso dei secoli. In particolare, si deve all’imperatore Onorio, tra il 401 e il 402 d. C., la sua prima trasformazione, contemporanea al rialzamento dell’intera cinta muraria.
La Porta cambiò nome nel corso del medioevo e divenne Porta S. Sebastiano, in ricordo del martire sepolto nella catacomba esistente lungo la via Appia, fuori le mura.
Il luogo è stato teatro, nel corso dei secoli, di importanti eventi storici. Tra tutti particolarmente significativo fu l’ingresso a Roma dell’imperatore Carlo V nel 1536. In quell’occasione l’architetto Antonio da Sangallo trasformò Porta S. Sebastiano in un vero e proprio arco di trionfo, ornandola, tra l’altro, con statue, arazzi e ghirlande.
Dall’interno della Porta, che ospita il Museo delle Mura, ha inizio un’emozionante passeggiata lungo il cammino di ronda coperto, scandito da una torre ogni 30 metri.
htmlText_C3CB0580_D0B0_5DF4_41E5_0BE1A02D7883.html = Il mosaico
Il mosaico è di forma circolare, come la sala stessa. È stato realizzato con tessere di varie sfumature dal bianco al nero e rappresenta un ghepardo colto nell’atto di tendere l’agguato a due cervi sullo sfondo di un paesaggio collinare ornato da piccoli arbusti. La raffigurazione è racchiusa in una doppia cornice di triangoli neri e bianchi contrapposti. Al centro in primo piano è il ghepardo in posizione di scatto, la testa rivolta all’indietro verso i due giovani cervi in secondo piano, colti nello slancio della corsa.
htmlText_C6DEFC5C_D0F0_B30C_41D2_716224EB57FD.html = Il Mosaico
Il pavimento è decorato da un mosaico rettangolare a tessere bianche e nere. Al centro è raffigurato un condottiero romano a cavallo con il braccio sinistro sollevato; il cavallo in movimento verso sinistra ha le zampe anteriori alzate per schiacciare un soldato a terra che sta per essere trafitto dalla lancia di un secondo soldato con scudo ed elmo. Sulla destra due uomini nudi lottano tra loro; uno dei due impugna una lancia e cerca di colpire l’altro. Tutt’intorno armi e armature sono disposte nello spazio, privo di qualsiasi elemento paesaggistico.
htmlText_D022D956_CE36_D746_41D8_26872A635413.html = Calchi in gesso
Calchi in gesso delle decorazioni a croci o palmette, realizzate in mattoni dagli operai al lavoro lungo il circuito all’inizio del V sec. d.C.; altri calchi riproducono le croci, incise in più momenti sopra gli archi di alcune porte.
htmlText_D03D1A84_CE31_D5BA_418F_3F5A7F14BBC5.html = Calchi in gesso
Calchi in gesso delle decorazioni a croci o palmette, realizzate in mattoni dagli operai al lavoro lungo il circuito all’inizio del V sec. d.C.; altri calchi riproducono le croci, incise in più momenti sopra gli archi di alcune porte.
htmlText_D0476205_CE31_74BA_41D8_8D05B0C7460B.html = Calchi in gesso
Calchi in gesso delle decorazioni a croci o palmette, realizzate in mattoni dagli operai al lavoro lungo il circuito all’inizio del V sec. d.C.; altri calchi riproducono le croci, incise in più momenti sopra gli archi di alcune porte.
htmlText_D0714E77_CE33_4D46_41B2_FDF230935ED1.html = Calchi in gesso
Calchi in gesso delle decorazioni a croci o palmette, realizzate in mattoni dagli operai al lavoro lungo il circuito all’inizio del V sec. d.C.; altri calchi riproducono le croci, incise in più momenti sopra gli archi di alcune porte.
htmlText_D0804682_CE31_7DBE_41C5_3C96230331ED.html = Pianta di Roma antica
La pianta schematica di Roma antica con il circuito delle fortificazioni Serviane e delle Mura Aureliane.
htmlText_D0996020_CE31_54FA_41E7_0D9778BF1572.html = Calchi in gesso
Calchi in gesso delle decorazioni a croci o palmette, realizzate in mattoni dagli operai al lavoro lungo il circuito all’inizio del V sec. d.C.; altri calchi riproducono le croci, incise in più momenti sopra gli archi di alcune porte.
htmlText_D09B5009_CE32_F4CA_41BF_955A3739B2EC.html = Calchi in gesso
Calchi in gesso delle decorazioni a croci o palmette, realizzate in mattoni dagli operai al lavoro lungo il circuito all’inizio del V sec. d.C.; altri calchi riproducono le croci, incise in più momenti sopra gli archi di alcune porte.
htmlText_D0D402F9_CE32_F54A_41E5_C6B492C4CA2E.html = Calchi in gesso
Calchi in gesso delle decorazioni a croci o palmette, realizzate in mattoni dagli operai al lavoro lungo il circuito all’inizio del V sec. d.C.; altri calchi riproducono le croci, incise in più momenti sopra gli archi di alcune porte.
htmlText_D0EC6E07_CE31_CCC6_41DE_2FEB01925D5D.html = Calchi in gesso
Calchi in gesso delle decorazioni a croci o palmette, realizzate in mattoni dagli operai al lavoro lungo il circuito all’inizio del V sec. d.C.; altri calchi riproducono le croci, incise in più momenti sopra gli archi di alcune porte.
htmlText_D0EF98E0_CE31_557A_41E6_1388E8FFCABE.html = Calchi in gesso
Calchi in gesso delle decorazioni a croci o palmette, realizzate in mattoni dagli operai al lavoro lungo il circuito all’inizio del V sec. d.C.; altri calchi riproducono le croci, incise in più momenti sopra gli archi di alcune porte.
htmlText_D14127A2_CE32_BBFE_41E1_3AB7604D4AE6.html = Calchi in gesso
Calchi in gesso, fra cui quello della croce sul blocco di chiave dell’arco di Porta S. Sebastiano.
htmlText_D162E8B3_CE36_D5DE_41E3_F577A160E0EB.html = Calchi in gesso
Calchi in gesso delle decorazioni a croci o palmette, realizzate in mattoni dagli operai al lavoro lungo il circuito all’inizio del V sec. d.C.; altri calchi riproducono le croci, incise in più momenti sopra gli archi di alcune porte.
htmlText_D1B823F7_CE3F_5B46_41E2_398D4E314CA4.html = Calchi in gesso
Calchi in gesso delle decorazioni a croci o palmette, realizzate in mattoni dagli operai al lavoro lungo il circuito all’inizio del V sec. d.C.; altri calchi riproducono le croci, incise in più momenti sopra gli archi di alcune porte.
htmlText_D1B8913C_CE33_74CA_41E5_1B52DEBD893F.html = Calchi in gesso
Calchi in gesso delle decorazioni a croci o palmette, realizzate in mattoni dagli operai al lavoro lungo il circuito all’inizio del V sec. d.C.; altri calchi riproducono le croci, incise in più momenti sopra gli archi di alcune porte.
htmlText_D35DC626_CE11_5CC6_41E1_DF2D66F8FF41.html = Pianta di Roma antica
La pianta schematica di Roma antica con il circuito delle fortificazioni Serviane e delle Mura Aureliane.
htmlText_D37BAABA_CE3F_D5CE_41AA_E837927633A4.html = Calchi in gesso
Calchi in gesso delle decorazioni a croci o palmette, realizzate in mattoni dagli operai al lavoro lungo il circuito all’inizio del V sec. d.C.; altri calchi riproducono le croci, incise in più momenti sopra gli archi di alcune porte.
htmlText_D48B0608_CE11_5CCA_41E3_1BD829A1FFF1.html = Plastico 4
Nella ricostruzione dell'età di Onorio per il tratto di Mura che va dalla Porta Asinaria (presso la rinascimentale Porta S. Giovanni) all'anfiteatro Castrense fu adottata una particolare soluzione per adeguare la costruzione alla morfologia del suolo: il camminamento inferiore coperto venne rialzato e sostenuto da un corridoio con arcate aperte verso l'interno della città.
htmlText_D5711CE4_CE12_CD7A_41B6_220545FF3841.html = Ettore Muti a Porta S. Sebastiano
1940-1943 Porta S. Sebastiano: il progetto di Luigi Moretti
Tra il 1940 e il 1943 la Porta S. Sebastiano fu oggetto di un importante intervento di restauro, progettato e diretto dall'arch. Luigi Moretti. L'obiettivo era quello di trasformare l'antica costruzione in uno studio-abitazione per il gerarca fascista Ettore Muti, che aveva chiesto e ottenuto dal Governatore di Roma, la concessione prima di Porta S. Paolo, poi di Porta S. Sebastiano. L'architetto Moretti restaurò la Porta, ne ridisegnò gli spazi e curò nel dettaglio tutti gli arredi, in buona parte ideati e realizzati per I' allestimento di Porta S. Paolo e in un secondo momento trasferiti a Porta S. Sebastiano. Gli ambienti furono ornati da pelli di animali, trofei di caccia e armi e da reperti archeologici concessi dalla Ripartizione alle Antichità e Belle Arti del Governatorato.
Ettore Muti: la biografia
Nato a Ravenna il 22 maggio 1902, Ettore Muti fu uomo d'azione dal grande fascino. A soli 14 anni scappò di casa e si arruolò volontario per prendere parte ai combattimenti nella Prima Guerra Mondiale. Quando fu scoperta la sua reale età, fu mandato indietro dai Reali Carabinieri, ma nel 1917 riuscì comunque a entrare negli Arditi e si distinse al fronte per le sue imprese spericolate e per l'incredibile audacia, al punto da ricevere una medaglia al valore. Si unì nell'impresa di Fiume a D'Annunzio, dal quale ebbe I' appellativo di "Gim dagli occhi verdi". Partecipò al Movimento Volontario come Ufficiale Aviatore nella guerra di Spagna, nella quale diede prova ancora una volta di grande coraggio. Fu segretario del Partito Nazionale Fascista dal 31 ottobre 1939 al 30 ottobre 1940. Dopo l'arresto di Mussolini, il 25 luglio 1943, si dedicò alla riorganizzazione delle forze militari del disciolto Partito Fascista. Fu ucciso nella pineta di Fregene, nei pressi di Roma, nella notte fra il 23 e 24 agosto 1943, in circostanze tuttora avvolte dal mistero.
I giorni dopo l'8 settembre 1943: il saccheggio
A causa della sua prematura scomparsa, Ettore Muti non riuscì a vedere completati i lavori di restauro e allestimento di Porta San Sebastiano e forse non ne prese mai possesso. Dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943 lo studio-abitazione fu saccheggiato. Andarono persi non solo gli arredi originali appartenuti al gerarca fascista, ma anche i numerosi reperti archeologici che il Governatorato aveva concesso. Gli unici elementi rimasti sono i due mosaici pavimentali (A - B), che si trovano in due ambienti al primo piano della Porta, fatti realizzare dall'arch. moretti su richiesta dello stesso Muti.
htmlText_D6D2B656_CEF1_7D46_41B2_D0FAF50521E2.html = Plastico 1
Nella prima fase, risalente all'età di Aureliano, le Mura raggiungevano un'altezza di circa m 6,50 e uno spessore di m 3,50 con un cammino di ronda scoperto alla sommità riparato da un muro con merli, posti ogni 3 metri e alti m 0,60. Massicce torri quadrate scandivano il tracciato ogni 30 metri. Erano costituite da una camera coperta, utilizzata per la postazione delle macchine belliche, e da una terrazza scoperta raggiungibile per mezzo di scale.
htmlText_D6D73669_CEF2_BD4A_41DA_43B548B11249.html = Plastico 3
L'intervento di Onorio portò al rafforzamento di tutta la struttura difensiva: sia i camminamenti, sia le torri furono rialzati di un piano e il precedente cammino di ronda fu trasformato in una galleria coperta a volta, sopra la quale fu creato un altro camminamento scoperto e protetto da un muro merlato. Nelle torri fu realizzata, al posto della terrazza della fase precedente, una seconda camera di manovra per le macchine belliche, coperta da un tetto a quattro falde. Il rafforzamento della cinta muraria non fu però sufficiente a evitare alla città l'invasione dei Goti di Alarico, che la saccheggiarono per tre giorni nel 410 d.C.
htmlText_D7576C43_CE11_4CBE_41E0_AA47F9863FC6.html = La Porta Appia
Le Mura di Aureliano e la Porta Appia. L'arco di Druso
Le Mura, lunghe circa 19 chilometri, furono costruite dall'imperatore Aureliano tra il 270 ed il 275 d.C., per difendere Roma dall'invasione di popolazioni barbariche. Lungo il percorso della fortificazione vennero realizzate porte in corrispondenza degli assi stradali preesistenti; tra queste la Porta Appia, una delle più grandi e meglio conservate, si apriva lungo il tracciato dell'omonima via che collegava Roma a Brindisi. A poca distanza dalle Mura sorgeva, tuttora conservato, un arco onorario, ipoteticamente attribuito al figlio adottivo di Augusto, Druso; sulla sommità dell'arco Caracalla nel 216 d. C., fece passare il canale di acquedotto per rifornire le sue terme. Il nome attuale, Porta San Sebastiano, deriva da quello del martire cristiano sepolto nelle catacombe lungo la via Appia, poco fuori le Mura, e il suo aspetto è il risultato di molte trasformazioni, succedutesi nel corso dei secoli. La costruzione originaria aveva due fornici chiusi da saracinesche, affiancati da torri semicilindriche e sormontati da un attico con finestre ad arco e da una terrazza merlata.
Le trasformazioni dell'età di Onorio
Tra il 401 e il 403 d.C. l'imperatore Onorio avviò un generale rifacimento delle Mura, la cui altezza fu raddoppiata. Anche la Porta Appia fu rialzata e subì importanti trasformazioni: nuove torri in laterizio più alte e di forma circolare inglobarono le preesistenti torri semicircolari. Sul lato interno fu aggiunta una controporta, costituita da due bracci di muro e da fornici gemelli allineati a quelli esterni. Di questa controporta rimane solo parte del braccio ovest, in cui si apre l'ingresso al Museo e pochi resti del braccio est, probabilmente restaurato in età medioevale. Lo spazio così delimitato venne utilizzato non solo per operazioni militari, ma anche per le attività legate al traffico commerciale. In seguito, furono costruiti imponenti bastioni quadrangolari intorno alle torri e i due fornici d'ingresso furono ridotti a uno solo; per questi interventi si utilizzarono blocchi di marmo. Il primo piano dell'attico ospitava la camera di manovra; attraverso mensole di travertino forate, che ancora si conservano, scorrevano le corde, che, con il sistema della carrucola, consentivano di calare e sollevare la saracinesca per aprire e chiudere la Porta. Questa era provvista anche di un grande portone, del quale sono ancora visibili i cardini.
Il Museo delle Mura
All'interno della Porta dal 1990, ha sede il Museo delle Mura, che racconta, con l'ausilio di plastici e calchi, la storia della cinta muraria di Roma. Al primo piano sono esposti i calchi in gesso delle decorazioni a croci o palmette, realizzate in mattoni dagli operai al lavoro lungo il circuito all'epoca di Onorio; altri calchi riproducono simboli cristiani incisi o scolpiti in più momenti sopra gli archi di alcune porte. Al secondo piano è conservato, tra gli altri, il calco della croce scolpita sul blocco di chiave dell'arco di Porta S. Sebastiano.
htmlText_D7E2F7ED_CE12_DB4A_41DC_247B5190E7FB.html = Le vicende della Porta dopo l'età antica
Dopo la caduta dell'Impero Romano la Porta Appia conservò la sua funzione di accesso privilegiato alla città, divenendo spesso protagonista, dall'epoca medievale fino ai tempi moderni, di eventi chiave nella storia dell'Urbe, quali battaglie o celebrazioni trionfali.
29 settembre 1327: la battaglia tra Guelfi e Ghibellini
Il 29 settembre del 1327, nel giorno di San Michele, presso la Porta Appia ebbe luogo il celebre combattimento che vide fronteggiarsi da una parte le milizie romane ghibelline dei Colonna, guidate da Giacomo de' Pontani, dall' altra l'esercito guelfo del re di Napoli Roberto d'Angiò, comandato da Giovanni e Gaetano Orsini. Dell'insperata vittoria ghibellina e, dunque, della salvezza dal dominio straniero, rimane memoria in un'immagine dell' Arcangelo Michele raffigurato nell'atto di uccidere il drago, graffita sullo stipite interno della porta, a fianco della quale un'iscrizione in latino medievale celebra l'evento: "L'anno 1327, indizione XI, nel mese di settembre, il penultimo giorno, festa di S. Michele, entrò gente straniera in città e fu sconfitta dal popolo romano, essendo Jacopo de' Ponziani capo del rione".
1536 l'ingresso trionfale di Carlo V
Successivamente in età rinascimentale, Papa Paolo III Farnese scelse la Porta San Sebastiano come ingresso trionfale per l'arrivo di Carlo V a Roma nel 1536, a celebrazione delle sue vittorie contro i Turchi II progetto, che prevedeva la trasformazione della Porta in un arco trionfale, fu affidato dal Pontefice ad Antonio da Sangallo. Del progetto originale rimane testimonianza in uno studio a penna su carta conservato presso il Museo degli Uffizi a Firenze. La Porta fu decorata esternamente con festoni e decorazioni floreali; vennero realizzate, inoltre, quattro pitture a fresco celebranti la storia di Roma, una delle quali raffigurava Romolo tra le insegne del Pontefice e quelle dell'Imperatore, opera del pittore veneziano Battista Franco; ai lati dell'ingresso furono poste due sculture rappresentanti il Cristo e S. Pietro. Di questo fastoso allestimento si conservano solo i ganci di ferro, posti sotto la cornice dei rivestimenti marmorei delle torri, per sorreggere i festoni e le altre decorazioni.
Tra il 1700 e1800: i disegni a carboncino nella torre orientale
All'interno della torre orientale sono visibili disegni e scritte a carboncino realizzati sull'intonaco da soldati che fra il 1700 e il 1800 erano di stanza presso la Porta Appia. Fra questi è possibile riconoscere una firma, di dubbia autenticità, del poeta Ugo Foscolo. La collocazione di questi disegni a diversi metri d'altezza va messa in relazione con la presenza di un solaio ligneo relativo a un secondo piano, oggi non più esistente.
htmlText_D8508ADD_CEF3_554A_4192_669ED392F5DB.html = Plastico 3
L'intervento di Onorio portò al rafforzamento di tutta la struttura difensiva: sia i camminamenti, sia le torri furono rialzati di un piano e il precedente cammino di ronda fu trasformato in una galleria coperta a volta, sopra la quale fu creato un altro camminamento scoperto e protetto da un muro merlato. Nelle torri fu realizzata, al posto della terrazza della fase precedente, una seconda camera di manovra per le macchine belliche, coperta da un tetto a quattro falde. Il rafforzamento della cinta muraria non fu però sufficiente a evitare alla città l'invasione dei Goti di Alarico, che la saccheggiarono per tre giorni nel 410 d.C.
htmlText_D89FC1B5_CBD7_3B5B_41DA_00422F7E4780.html = Il Mosaico
Il pavimento è decorato da un mosaico rettangolare a tessere bianche e nere. Al centro è raffigurato un condottiero romano a cavallo con il braccio sinistro sollevato; il cavallo in movimento verso sinistra ha le zampe anteriori alzate per schiacciare un soldato a terra che sta per essere trafitto dalla lancia di un secondo soldato con scudo ed elmo. Sulla destra due uomini nudi lottano tra loro; uno dei due impugna una lancia e cerca di colpire l’altro. Tutt’intorno armi e armature sono disposte nello spazio, privo di qualsiasi elemento paesaggistico.
htmlText_D8B292D8_CEF1_554A_41BE_9094732E8249.html = Plastico 4
Nella ricostruzione dell'età di Onorio per il tratto di Mura che va dalla Porta Asinaria (presso la rinascimentale Porta S. Giovanni) all'anfiteatro Castrense fu adottata una particolare soluzione per adeguare la costruzione alla morfologia del suolo: il camminamento inferiore coperto venne rialzato e sostenuto da un corridoio con arcate aperte verso l'interno della città.
htmlText_D927FDC6_CEF1_CF46_41D0_ADAF6596AF19.html = Plastico 2
Tra 300 e 400 d.0 vennero eseguiti importanti interventi di restauro su alcuni tratti del circuito particolarmente danneggiati; in più punti il muro merlato venne sostituito da una struttura continua alta circa 2 metri e provvista di feritoie.
htmlText_DA013D5E_CE13_CF46_41D7_3921ADB3EDAB.html = Il cammino di ronda
Dal Museo ha inizio una suggestiva passeggiata che ripercorre l'antico cammino di ronda attraversando quattro torri, ognuna delle quali, nell' originaria costruzione di Aureliano, era costituita da una camera di manovra coperta e da una terrazza raggiungibile per mezzo di una scala. Con il successivo intervento di Onorio la terrazza fu coperta e si ebbero due camere di manovra sovrapposte.
In epoca romana fra le macchine da guerra utilizzate con maggior frequenza a difesa delle Mura vi erano la balista, che poteva lanciare grandi dardi e pietre sferiche, la catapulta e l'onagro, destinato al lancio di massi dal considerevole peso. Lungo tutto il tracciato erano dislocati gli arcieri, che lanciavano frecce attraverso le feritoie, originariamente inserite in nicchie, o protetti da mura merlate. A partire dal XVI secolo la scoperta della polvere da sparo determinò la nascita di un nuovo modo di combattere, a cui le strutture difensive dovettero ben presto essere adeguate; numerose feritoie furono trasformate e rese idonee all'uso delle armi da fuoco.
Numerosi e consistenti sono stati i rifacimenti di questo tratto di Mura effettuati già partire dal VI secolo. Nella quarta torre, ad esempio, si può osservare un importante intervento di età medievale: la fronte esterna, crollata, fu ricostruita in posizione più arretrata, determinando un restringimento della camera di manovra. Nella lunetta realizzata nell'arco di accesso alla terza torre, in relazione con I 'inserimento di una porta, è possibile ammirare i resti di un affresco riferibile al tardo medioevo, raffigurante una Madonna col Bambino. Pitture di soggetto religioso, databili fra la fine del XIII e l'inizio del XIV secolo, sono presenti anche in altri tratti delle Mura, ad esempio all'interno di Porta San Paolo e in una torre nei pressi di Porta S. Giovanni (Oratorio di Santa Margherita). Si tratta di testimonianze della presenza di religiosi; in età medievale I' insediamento di monaci o eremiti entro le antiche strutture era una prassi piuttosto usuale, favorita dalla contrazione dell'abitato e dal progressivo abbandono degli edifici romani.
Le Mura sono state oggetto di vari lavori di manutenzione, il più rilevante dei quali, è stato condotto negli anni 1965-66. Il camminamento prosegue, in un tratto attualmente non accessibile, fino alle arcate moderne aperte nel 1951 per il passaggio della via Cristoforo Colombo, realizzata a partire dal 1939 con il nome di "Via Imperiale" per collegare Roma al litorale.
htmlText_DA0A758C_CE12_DFCA_41D1_7B10BEDE492E.html = Le fasi costruttive delle Mura
Al primo piano della torre orientale del Museo sono ospitati i plastici che documentano il tracciato e le varie fasi costruttive delle Mura. Il plastico posto al centro della sala riproduce la pianta schematica di Roma antica con il circuito delle Mura repubblicane, databili al IV sec. a.C. e la più ampia cinta muraria realizzata tra il 270 e il 275 d.C. dall'imperatore Aureliano, rialzata e rinforzata dall'imperatore Onorio tra il 401 e il 403 d.C. Il tracciato della fortificazione fu scelto dopo un'attenta analisi delle caratteristiche geologiche e morfologiche del terreno. Inoltre, per ovvie ragioni strategiche, si decise di mantenere all'interno le alture e le grandi costruzioni, alcune delle quali furono direttamente inglobate nelle Mura. Nella stessa sala sono esposti quattro modelli tridimensionali degli alzati, utili a illustrare le singole fasi costruttive delle Mura e le loro progressive trasformazioni.
htmlText_DBDC6F7D_CE11_4B4A_41DE_2654E94D5FF0.html = Plastico 1
Nella prima fase, risalente all'età di Aureliano, le Mura raggiungevano un'altezza di circa m 6,50 e uno spessore di m 3,50 con un cammino di ronda scoperto alla sommità riparato da un muro con merli, posti ogni 3 metri e alti m 0,60. Massicce torri quadrate scandivano il tracciato ogni 30 metri. Erano costituite da una camera coperta, utilizzata per la postazione delle macchine belliche, e da una terrazza scoperta raggiungibile per mezzo di scale.
htmlText_DBF8DC8F_CEF3_4DC6_41BC_1B94D7B18CFC.html = Plastico 2
Tra 300 e 400 d.0 vennero eseguiti importanti interventi di restauro su alcuni tratti del circuito particolarmente danneggiati; in più punti il muro merlato venne sostituito da una struttura continua alta circa 2 metri e provvista di feritoie.
htmlText_DDF11EE6_C952_1D32_41C8_5C0FF5A8307C.html = La Saracinesca
La Porta in età romana era chiusa da un pesante portone e da una saracinesca. Sotto l’arco di passaggio si conservano inseriti nel marmo i cardini in ferro del portone e sono ben visibili gli incassi nei quali scorreva la saracinesca, che veniva sollevata e abbassata attraverso un argano collocato nella sovrastante camera di manovra.
Nella stessa camera in alto sulla parete sono fissate le mensole di travertino forate, che erano attraversate da un palo sul quale scorrevano le corde fissate da un lato alla saracinesca, dall’altro all’argano.
htmlText_DE291ED7_CBD0_C6C7_41C1_9DA6B5E453CD.html = La Saracinesca
La Porta in età romana era chiusa da un pesante portone e da una saracinesca. Sotto l’arco di passaggio si conservano inseriti nel marmo i cardini in ferro del portone e sono ben visibili gli incassi nei quali scorreva la saracinesca, che veniva sollevata e abbassata attraverso un argano collocato nella sovrastante camera di manovra.
Nella stessa camera in alto sulla parete sono fissate le mensole di travertino forate, che erano attraversate da un palo sul quale scorrevano le corde fissate da un lato alla saracinesca, dall’altro all’argano.
htmlText_DE2B5102_CBF7_5B39_41D8_79C503211117.html = Il Mosaico
Il pavimento è decorato da un mosaico rettangolare a tessere bianche e nere. Al centro è raffigurato un condottiero romano a cavallo con il braccio sinistro sollevato; il cavallo in movimento verso sinistra ha le zampe anteriori alzate per schiacciare un soldato a terra che sta per essere trafitto dalla lancia di un secondo soldato con scudo ed elmo. Sulla destra due uomini nudi lottano tra loro; uno dei due impugna una lancia e cerca di colpire l’altro. Tutt’intorno armi e armature sono disposte nello spazio, privo di qualsiasi elemento paesaggistico.
htmlText_DE3D0744_CBF3_C739_41C7_82F33251F709.html = Il Mosaico
Il pavimento è decorato da un mosaico rettangolare a tessere bianche e nere. Al centro è raffigurato un condottiero romano a cavallo con il braccio sinistro sollevato; il cavallo in movimento verso sinistra ha le zampe anteriori alzate per schiacciare un soldato a terra che sta per essere trafitto dalla lancia di un secondo soldato con scudo ed elmo. Sulla destra due uomini nudi lottano tra loro; uno dei due impugna una lancia e cerca di colpire l’altro. Tutt’intorno armi e armature sono disposte nello spazio, privo di qualsiasi elemento paesaggistico.
htmlText_DEF8C7D8_CE17_5B4A_41E0_E13D972730B2.html = Il mosaico
Il mosaico è di forma circolare, come la sala stessa. È stato realizzato con tessere di varie sfumature dal bianco al nero e rappresenta un ghepardo colto nell’atto di tendere l’agguato a due cervi sullo sfondo di un paesaggio collinare ornato da piccoli arbusti. La raffigurazione è racchiusa in una doppia cornice di triangoli neri e bianchi contrapposti. Al centro in primo piano è il ghepardo in posizione di scatto, la testa rivolta all’indietro verso i due giovani cervi in secondo piano, colti nello slancio della corsa.
htmlText_DF219D93_CBF1_CB5F_41E0_1AFDD05043D7.html = Il Mosaico
Il pavimento è decorato da un mosaico rettangolare a tessere bianche e nere. Al centro è raffigurato un condottiero romano a cavallo con il braccio sinistro sollevato; il cavallo in movimento verso sinistra ha le zampe anteriori alzate per schiacciare un soldato a terra che sta per essere trafitto dalla lancia di un secondo soldato con scudo ed elmo. Sulla destra due uomini nudi lottano tra loro; uno dei due impugna una lancia e cerca di colpire l’altro. Tutt’intorno armi e armature sono disposte nello spazio, privo di qualsiasi elemento paesaggistico.
htmlText_DF237405_CBD0_D93B_41E5_831C0B0162E6.html = La Saracinesca
La Porta in età romana era chiusa da un pesante portone e da una saracinesca. Sotto l’arco di passaggio si conservano inseriti nel marmo i cardini in ferro del portone e sono ben visibili gli incassi nei quali scorreva la saracinesca, che veniva sollevata e abbassata attraverso un argano collocato nella sovrastante camera di manovra.
Nella stessa camera in alto sulla parete sono fissate le mensole di travertino forate, che erano attraversate da un palo sul quale scorrevano le corde fissate da un lato alla saracinesca, dall’altro all’argano.
htmlText_DF533C34_CE3E_CCDA_41E5_73824A6AF501.html = Il cammino di ronda
Dal Museo ha inizio una suggestiva passeggiata che ripercorre l'antico cammino di ronda attraversando quattro torri, ognuna delle quali, nell' originaria costruzione di Aureliano, era costituita da una camera di manovra coperta e da una terrazza raggiungibile per mezzo di una scala. Con il successivo intervento di Onorio la terrazza fu coperta e si ebbero due camere di manovra sovrapposte.
In epoca romana fra le macchine da guerra utilizzate con maggior frequenza a difesa delle Mura vi erano la balista, che poteva lanciare grandi dardi e pietre sferiche, la catapulta e l'onagro, destinato al lancio di massi dal considerevole peso. Lungo tutto il tracciato erano dislocati gli arcieri, che lanciavano frecce attraverso le feritoie, originariamente inserite in nicchie, o protetti da mura merlate. A partire dal XVI secolo la scoperta della polvere da sparo determinò la nascita di un nuovo modo di combattere, a cui le strutture difensive dovettero ben presto essere adeguate; numerose feritoie furono trasformate e rese idonee all'uso delle armi da fuoco.
Numerosi e consistenti sono stati i rifacimenti di questo tratto di Mura effettuati già partire dal VI secolo. Nella quarta torre, ad esempio, si può osservare un importante intervento di età medievale: la fronte esterna, crollata, fu ricostruita in posizione più arretrata, determinando un restringimento della camera di manovra. Nella lunetta realizzata nell'arco di accesso alla terza torre, in relazione con I 'inserimento di una porta, è possibile ammirare i resti di un affresco riferibile al tardo medioevo, raffigurante una Madonna col Bambino. Pitture di soggetto religioso, databili fra la fine del XIII e l'inizio del XIV secolo, sono presenti anche in altri tratti delle Mura, ad esempio all'interno di Porta San Paolo e in una torre nei pressi di Porta S. Giovanni (Oratorio di Santa Margherita). Si tratta di testimonianze della presenza di religiosi; in età medievale I' insediamento di monaci o eremiti entro le antiche strutture era una prassi piuttosto usuale, favorita dalla contrazione dell'abitato e dal progressivo abbandono degli edifici romani.
Le Mura sono state oggetto di vari lavori di manutenzione, il più rilevante dei quali, è stato condotto negli anni 1965-66. Il camminamento prosegue, in un tratto attualmente non accessibile, fino alle arcate moderne aperte nel 1951 per il passaggio della via Cristoforo Colombo, realizzata a partire dal 1939 con il nome di "Via Imperiale" per collegare Roma al litorale.
htmlText_DF76447B_CBD1_79CF_41D8_A8F1A34A9599.html = La Saracinesca
La Porta in età romana era chiusa da un pesante portone e da una saracinesca. Sotto l’arco di passaggio si conservano inseriti nel marmo i cardini in ferro del portone e sono ben visibili gli incassi nei quali scorreva la saracinesca, che veniva sollevata e abbassata attraverso un argano collocato nella sovrastante camera di manovra.
Nella stessa camera in alto sulla parete sono fissate le mensole di travertino forate, che erano attraversate da un palo sul quale scorrevano le corde fissate da un lato alla saracinesca, dall’altro all’argano.
htmlText_DF79AC71_CE37_4D5A_41DF_B5768104ADFF.html = Un gerarca al Museo. Ettore Muti e il restauro della Porta
Tra il 1940 e il 1943 Porta S. Sebastiano fu oggetto di un importante intervento di restauro, progettato e diretto dall’arch. Luigi Moretti, con l’obiettivo di adeguare l’antica costruzione all’uso come studio-abitazione per il gerarca fascista Ettore Muti. L’architetto Moretti restaurò la Porta, concessa a Muti dal Governatore di Roma, ne ridisegnò gli spazi e curò nel dettaglio tutti gli arredi. Gli ambienti furono ornati anche da pelli animali, trofei di caccia, armi e reperti archeologici.
Nato a Ravenna nel 1902, Ettore Muti fu uomo d’azione dal grande fascino. Giovanissimo eroe della Prima Guerra Mondiale, si unì nell'impresa di Fiume (1919) a D'Annunzio. Fu segretario del Partito Nazionale Fascista tra il 1939 e il 1940. Dopo la caduta del Fascismo fu ucciso a Fregene, nei pressi di Roma, nella notte fra il 23 e 24 agosto 1943, in circostanze tuttora avvolte dal mistero. Ettore Muti non riuscì a vedere completati i lavori di restauro e allestimento di Porta San Sebastiano. Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 lo studio-abitazione fu saccheggiato e andarono persi tutti gli arredi. Dei ricchi allestimenti rimangono soltanto due mosaici pavimentali.
htmlText_E126E42A_CE13_7CCE_41D2_AEC848242B58.html = Il mosaico
Il mosaico è di forma circolare, come la sala stessa. È stato realizzato con tessere di varie sfumature dal bianco al nero e rappresenta un ghepardo colto nell’atto di tendere l’agguato a due cervi sullo sfondo di un paesaggio collinare ornato da piccoli arbusti. La raffigurazione è racchiusa in una doppia cornice di triangoli neri e bianchi contrapposti. Al centro in primo piano è il ghepardo in posizione di scatto, la testa rivolta all’indietro verso i due giovani cervi in secondo piano, colti nello slancio della corsa.
htmlText_EE1933A8_CE11_BBCA_41E4_303BC62E9E6B.html = Calchi in gesso
Calchi in gesso, fra cui quello della croce sul blocco di chiave dell’arco di Porta S. Sebastiano.
htmlText_EEBED9FE_CE36_B746_41E6_FB90B4B83EDE.html = Calchi in gesso
Calchi in gesso delle decorazioni a croci o palmette, realizzate in mattoni dagli operai al lavoro lungo il circuito all’inizio del V sec. d.C.; altri calchi riproducono le croci, incise in più momenti sopra gli archi di alcune porte.
## Hotspot
### Tooltip
HotspotMapOverlayArea_F0179DEB_D55E_D890_41E0_75BB49710FF6.toolTip = Sala laboratori didattici
HotspotMapOverlayArea_F01C7BEF_D55E_D890_41B6_5D2A9271AB9E.toolTip = Piccoli ambienti - 2° piano
HotspotMapOverlayArea_F07C008B_D55E_6890_41D2_CC2055636FBC.toolTip = Corridoio 2° piano
HotspotMapOverlayArea_F0E3FA8A_D551_B890_41D8_6737DC659543.toolTip = Piccoli ambienti - 3° piano
HotspotMapOverlayArea_F2232AA3_D54E_7890_4195_6A1CE705A7F7.toolTip = Esterno
HotspotMapOverlayArea_F6F170B0_D54E_68F0_41E9_DF2BDD775186.toolTip = Torre
HotspotMapOverlayArea_F738FC9A_D551_D8B0_41E8_EDAFF3456FAC.toolTip = Sala espositiva
HotspotMapOverlayArea_F798AD81_D551_B890_41D2_82FA885FE464.toolTip = Terrazza
HotspotMapOverlayArea_F8654FEB_D576_B890_41E2_3CBACD888F75.toolTip = Sala del mosaico e della saracinesca (a)
HotspotMapOverlayArea_FC3FF568_D572_A990_41E7_70B50E699C5F.toolTip = Sala del mosaico circolare
HotspotMapOverlayArea_FE733321_D571_E990_418B_BCE08296B5BE.toolTip = Sala dei plastici
HotspotMapOverlayArea_FEC5A054_D576_67B0_41B2_EFB531A77240.toolTip = Cammino della ronda (b)
HotspotMapOverlayArea_FF6B0034_D576_A7F0_41E5_78CE3F18E35A.toolTip = Cammino della ronda (b)
HotspotMapOverlayArea_FFE5698D_D576_F890_41D0_6C8CB3CDD8B9.toolTip = Sala del mosaico e della saracinesca (a)
HotspotPanoramaOverlayArea_196B673C_38FE_06DE_4196_47FCD22A2DEE.toolTip = Sala dei plastici
HotspotPanoramaOverlayArea_1B2B3942_38F2_0AAA_41B3_39781596A96D.toolTip = Sala del mosaico e della serranda (b)
HotspotPanoramaOverlayArea_203217AD_38D6_05FE_41C0_D0C87D559369.toolTip = Cammino di ronda (a)
HotspotPanoramaOverlayArea_20582E38_3932_06E6_41B4_DD0EA39105FC.toolTip = Sala espositiva
HotspotPanoramaOverlayArea_207B270B_38D6_06BA_41C2_D2F0216924D8.toolTip = Sala del mosaico circolare
HotspotPanoramaOverlayArea_20B3C8F6_3932_0B6A_41C5_96628B37D10A.toolTip = Piccoli ambienti - 2° piano
HotspotPanoramaOverlayArea_2100F844_3956_0AAE_41C6_0A74AE86CB61.toolTip = Piccoli ambienti - 2° piano
HotspotPanoramaOverlayArea_210E9EC7_3932_07AA_41CB_3B192A8D8BEA.toolTip = Corridoio 2° Piano
HotspotPanoramaOverlayArea_21276F87_39F6_05AA_41AA_C06DFA4D4A70.toolTip = Piccoli ambienti - 3° piano
HotspotPanoramaOverlayArea_215442CC_38D2_1FBE_41B7_E2E19A0E1DD4.toolTip = Cammino di ronda (c)
HotspotPanoramaOverlayArea_216C6B3D_3932_0EDE_41BD_80940F3F4180.toolTip = Sala laboratori didattici
HotspotPanoramaOverlayArea_21789EC1_3932_07A6_41B4_E7C92CC51994.toolTip = Piccoli ambienti - 3° piano
HotspotPanoramaOverlayArea_21846A82_38D2_0FAA_41CB_D47B342114B0.toolTip = Cammino di ronda (b)
HotspotPanoramaOverlayArea_21C63114_38D2_3AAE_41A8_31D74E1C8AEA.toolTip = Piccoli ambienti - 2° Piano
HotspotPanoramaOverlayArea_21DA38D2_3932_0BAA_41C1_8BE8980DF8CB.toolTip = Cammino di ronda (a)
HotspotPanoramaOverlayArea_21F4B7F9_3936_0566_41B8_EC3BC3B4EE6B.toolTip = Piccoli ambienti - 2° Piano
HotspotPanoramaOverlayArea_229C4BDA_38F6_0D5A_41C1_6AD97AFE24AA.toolTip = Sala del mosaico circolare
HotspotPanoramaOverlayArea_22A5E6DE_38D2_075A_41C7_A24881E40621.toolTip = Cammino di ronda (b)
HotspotPanoramaOverlayArea_2335CD80_38CE_05A6_419F_65E3FDBE4CAC.toolTip = Corridoio 2° Piano
HotspotPanoramaOverlayArea_23745E9F_38D2_07DA_41C7_1C1104317F85.toolTip = Sala del mosaico e della saracinesca (a)
HotspotPanoramaOverlayArea_24302B8C_38F2_0DBE_41C5_C6B8EDF9ABF8.toolTip = Sala del mosaico e della saracinesca (a)
HotspotPanoramaOverlayArea_24E48D4A_38F6_0ABA_41A1_90F6115BED31.toolTip = Cammino di ronda (a)
HotspotPanoramaOverlayArea_2526FAAD_38D6_0FFE_41C2_45C61D20969B.toolTip = Sala del mosaico e della saracinesca (a)
HotspotPanoramaOverlayArea_2667F192_38FE_1DAA_41C1_CCAF43553CC1.toolTip = Sala del mosaico e della saracinesca (b)
HotspotPanoramaOverlayArea_2D8418D3_39D6_0BAA_419C_804D7539A506.toolTip = Piccoli ambienti - 3° Piano
HotspotPanoramaOverlayArea_2E783280_39F2_3FA6_41C0_AB3CABEF49E9.toolTip = Torre
HotspotPanoramaOverlayArea_2FEE588C_39F6_0BBE_41AE_90B3655E940A.toolTip = Terrazza
HotspotPanoramaOverlayArea_C0CF9F1C_D091_AD0C_41E3_08EA4128C126.toolTip = La Porta Appia
HotspotPanoramaOverlayArea_C111C795_D090_5D1C_41DC_8733D9A18C58.toolTip = Cammino di ronda (a)
HotspotPanoramaOverlayArea_C120B5DA_CE36_BF4E_41E4_1BC4FCDFBFA4.toolTip = Un gerarca al Museo
HotspotPanoramaOverlayArea_C315CEDC_D8CB_FE84_41E5_270B6C89ACF6.toolTip = Cammino di ronda (b)
HotspotPanoramaOverlayArea_C35B5732_D0B0_5D14_41C7_5E1DF54CA64C.toolTip = Mosaico circolare - Vista aerea
HotspotPanoramaOverlayArea_C3C1857F_D0B0_5D0C_41E2_8E0530FC5EDD.toolTip = Il Mosaico
HotspotPanoramaOverlayArea_C44599C7_D090_757C_41E9_520C390E5D47.toolTip = Mosaico - Vista aerea
HotspotPanoramaOverlayArea_C4B97F74_D0B0_6D1C_41E3_CA666CB50207.toolTip = Mosaico circolare - Vista aerea
HotspotPanoramaOverlayArea_C5BCF9C9_D090_7574_41D8_18B4C2C3EF8E.toolTip = Mosaico - Vista aerea
HotspotPanoramaOverlayArea_C5D8840F_D0F0_F30C_41B4_57143D68C818.toolTip = Mosaico - Vista aerea
HotspotPanoramaOverlayArea_C5E31410_D0F0_F314_41C1_E90FACB3D7CB.toolTip = Mosaico - Vista aerea
HotspotPanoramaOverlayArea_C6B4FFA7_D0F0_6D3C_41E8_75976C0F490B.toolTip = Vista aerea
HotspotPanoramaOverlayArea_C6BC1FA8_D0F0_6D34_41DB_FFF8A8A5C6F9.toolTip = Vista aerea
HotspotPanoramaOverlayArea_C6D78C55_D0F0_B31C_41DA_6D18D263FC77.toolTip = Il Mosaico
HotspotPanoramaOverlayArea_C88C13EB_D8BF_7DDA_41AD_968F0369F777.toolTip = Video
HotspotPanoramaOverlayArea_C9632E66_D091_EF3C_41CE_1C13C8407039.toolTip = Vista aerea
HotspotPanoramaOverlayArea_C96B7E68_D091_EF34_41E7_ED1CC8680AF2.toolTip = Vista aerea
HotspotPanoramaOverlayArea_C9C45839_D8B6_CA46_41A9_720E3D244A2A.toolTip = Video
HotspotPanoramaOverlayArea_CC6EB6D4_D84A_AE85_41E6_911F462E2EFA.toolTip = Video
HotspotPanoramaOverlayArea_CC906307_D87F_A784_41E6_9F5FB410B6E1.toolTip = Museo delle Mura - Vista aerea
HotspotPanoramaOverlayArea_CD19BFF1_D84F_9E9C_41DD_C04D61FF74DD.toolTip = Museo delle Mura - Vista aerea
HotspotPanoramaOverlayArea_CD612309_D87F_A78C_41E7_EEB615C0C95E.toolTip = Museo delle Mura - Vista aerea
HotspotPanoramaOverlayArea_CDE97FF2_D84F_9E9C_41EA_133568E5E6E9.toolTip = Museo delle Mura - Vista aerea
HotspotPanoramaOverlayArea_D03DAA83_CE31_D5BE_41E7_5F0D5A44FCEA.toolTip = Calchi in gesso
HotspotPanoramaOverlayArea_D065CE56_CE31_4D46_41BD_F51B14673A34.toolTip = Calchi in gesso
HotspotPanoramaOverlayArea_D078F204_CE31_74BA_41D5_7ADF3C55A470.toolTip = Calchi in gesso
HotspotPanoramaOverlayArea_D0943008_CE32_F4CA_41CE_481E976631E5.toolTip = Calchi in gesso
HotspotPanoramaOverlayArea_D09938DE_CE31_5546_41E4_0C7254CCEBC9.toolTip = Calchi in gesso
HotspotPanoramaOverlayArea_D09C801F_CE31_54C6_41E4_FCB9C20D7B42.toolTip = Calchi in gesso
HotspotPanoramaOverlayArea_D0CEE2F8_CE32_F54A_41CF_D638D3BC443F.toolTip = Calchi in gesso
HotspotPanoramaOverlayArea_D0D97955_CE36_D75A_41DF_0BD50CFB6F43.toolTip = Calchi in gesso
HotspotPanoramaOverlayArea_D14B47A1_CE32_BBFA_41AD_79D7CDE29205.toolTip = Calchi in gesso
HotspotPanoramaOverlayArea_D16208B3_CE36_D5DE_41E3_33255B8D36BC.toolTip = Calchi in gesso
HotspotPanoramaOverlayArea_D1A4F3F1_CE3F_5B5A_41E7_82EE78A562CE.toolTip = Calchi in gesso
HotspotPanoramaOverlayArea_D1B8C13B_CE33_74CE_4155_8F025163183B.toolTip = Calchi in gesso
HotspotPanoramaOverlayArea_D1C1105E_CE33_B546_41D0_E787F7008B4E.toolTip = Calchi in gesso
HotspotPanoramaOverlayArea_D267841B_CE31_DCCE_416B_91DED4DC909D.toolTip = Pianta di Roma antica
HotspotPanoramaOverlayArea_D328B620_CE11_5CFA_41BA_4ABC7DE7BBEA.toolTip = Pianta di Roma antica
HotspotPanoramaOverlayArea_D3618AB8_CE3F_D5CA_41DB_8BFAA41B0D74.toolTip = Calchi in gesso
HotspotPanoramaOverlayArea_D5458CE3_CE12_CD7E_41C3_8F801010A923.toolTip = Ettore Muti a Porta S. Sebastiano
HotspotPanoramaOverlayArea_D6459753_CEF1_5B5E_41A1_BB088025B75F.toolTip = Plastico 2
HotspotPanoramaOverlayArea_D69CC31E_CEF1_54C6_41BF_0A27EACBF721.toolTip = Plastico 1
HotspotPanoramaOverlayArea_D7229C42_CE11_4CBE_41E7_7C54B7084AB7.toolTip = La Porta Appia
HotspotPanoramaOverlayArea_D7909CBE_CE11_4DC6_41B7_F86C4103FF63.toolTip = Plastico 4
HotspotPanoramaOverlayArea_D7F567EC_CE12_DB4A_41E2_CA7E083074E9.toolTip = Le vicende della Porta dopo l'età antica
HotspotPanoramaOverlayArea_D8532ADC_CEF3_554A_41D4_BC9E05D4D013.toolTip = Plastico 3
HotspotPanoramaOverlayArea_D88FA597_CBD1_DB47_41E4_49C5A3CB0EED.toolTip = La Saracinesca
HotspotPanoramaOverlayArea_D8AD82D7_CEF1_5546_41E0_8256ECEF31D4.toolTip = Plastico 4
HotspotPanoramaOverlayArea_D8E791B4_CBD7_3B59_41BB_B452DF3D43A3.toolTip = Il Mosaico
HotspotPanoramaOverlayArea_D9E8154F_CEF3_FF46_41E0_0BB3B1F52973.toolTip = Plastico 3
HotspotPanoramaOverlayArea_DA06E58B_CE12_DFCE_41C3_0B7C627A5407.toolTip = Le fasi costruttive delle Mura
HotspotPanoramaOverlayArea_DA1AAD5C_CE13_CF4A_41E9_25ACD9FB825D.toolTip = Il cammino di ronda
HotspotPanoramaOverlayArea_DAB63D51_C952_3F6E_41DB_1DDD0E9B98BB.toolTip = La Saracinesca
HotspotPanoramaOverlayArea_DB04B04B_CEF1_754E_41E9_00FA9E82AD90.toolTip = Plastico 1
HotspotPanoramaOverlayArea_DBEDEC8D_CEF3_4DCA_41E1_49EC034B491C.toolTip = Plastico 2
HotspotPanoramaOverlayArea_DE29EED6_CBD0_C6D9_41B8_F2417578D657.toolTip = La Saracinesca
HotspotPanoramaOverlayArea_DF2BFE66_D090_AF3C_41B5_D54FF71E2E6B.toolTip = Igresso Museo
HotspotPanoramaOverlayArea_DF394F91_CBD1_C75B_41C0_FD6FB0B76CE9.toolTip = La Saracinesca
HotspotPanoramaOverlayArea_DF5B7C32_CE3E_CCDE_41E8_07F3932F7769.toolTip = Il cammino di ronda
HotspotPanoramaOverlayArea_DF5E7D92_CBF1_CB59_41E3_D1006BA1A365.toolTip = Il Mosaico
HotspotPanoramaOverlayArea_DF61A02F_CBF7_3947_41B2_2C8C9B77D461.toolTip = Il Mosaico
HotspotPanoramaOverlayArea_DF7A4E2D_CBF3_494B_41E4_0C0EC6913568.toolTip = Il Mosaico
HotspotPanoramaOverlayArea_DFAD236F_CE16_BB46_41DA_A5925C7F48DC.toolTip = Il mosaico
HotspotPanoramaOverlayArea_E071E61D_D8CD_E184_41C1_4527514F2503.toolTip = Ingresso Museo
HotspotPanoramaOverlayArea_E165D98B_CE13_B7CE_41E7_28E80EA30C8B.toolTip = Il Mosaico
HotspotPanoramaOverlayArea_EEBE79FD_CE36_B74A_41B9_AF6D2999A782.toolTip = Calchi in gesso
HotspotPanoramaOverlayArea_F72CB9FD_D8F5_A284_41D7_4E6803E9E061.toolTip = Terrazza
HotspotPanoramaOverlayArea_F7E572DF_D8F5_A684_41E5_109E6F45F83C.toolTip = Ingresso Museo
HotspotPanoramaOverlayArea_FAE8B492_D8DD_629C_41A4_471537B352BB.toolTip = Esterno
HotspotPanoramaOverlayArea_FB0D59C3_D8F5_62FC_41E9_1B1ACDB1E8C0.toolTip = Sala del mosaicoo e della saracinesca (a)
HotspotPanoramaOverlayArea_FBF16D76_D8CA_E384_41E6_EDC5A7B8D9B4.toolTip = Mosaico circolare - Vista aerea
HotspotPanoramaOverlayArea_FC63DF2B_D8FA_9F8C_41CE_7EF606AAE50D.toolTip = Sala del mosaicoo e della saracinesca (b)
HotspotPanoramaOverlayArea_FC90A653_D8FB_E19C_41CD_D7EDCE2384BC.toolTip = Sala espositiva mostre temporanee
## Action
### URL
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